Il Cinque Maggio è un'ode scritta di getto da Alessandro Manzoni in soli tre giorni, dal 17 al 20 luglio 1821, dopo che apprese dalla Gazzetta di Milano la notizia della morte di Napoleone Bonaparte in esilio sull'isola di Sant'Elena.
In quest’ode Manzoni, che in un’altra opera (Marzo 1821) aveva dichiarato di non essere tra gli ammiratori dei dominatori stranieri in Italia, non volle celebrare la figura storica di Napoleone , né suscitare commozione per la sua morte, ma solo evidenziare la vicenda umana dell’imperatore.
Manzoni, nell’ode, non nomina mai Napoleone , ma usa sempre pronomi per indicarlo.
Il Cinque Maggio è da considerarsi una profonda meditazione sulle vicende umane, che secondo l’autore sarebbero assurde se non fossero guidate e illuminate dalla potenza di Dio.
Napoleone ha avuto tutto nella vita, come la gloria, grazie a Dio che lo ha aiutato. Quando è morto era da solo; l’unico che non lo ha abbandonato sul letto di morte è stato proprio Dio.
Il vero protagonista dell’ode non è, dunque, Napoleone , ma la Divina Provvidenza, che si è servita di lui per realizzare i suoi misteriosi progetti e alla fine lo ha salvato guidandolo verso la vita eterna. Con questo Manzoni vuole intendere che davanti alla morte siamo tutti uguali.
Manzoni nel Cinque Maggio riflette sulla vita di Napoleone , immagina i suoi ultimi giorni e ne trae un messaggio religioso valido per tutta l’umanità.
In quest’ode Manzoni, che in un’altra opera (Marzo 1821) aveva dichiarato di non essere tra gli ammiratori dei dominatori stranieri in Italia, non volle celebrare la figura storica di Napoleone , né suscitare commozione per la sua morte, ma solo evidenziare la vicenda umana dell’imperatore.
Manzoni, nell’ode, non nomina mai Napoleone , ma usa sempre pronomi per indicarlo.
Il Cinque Maggio è da considerarsi una profonda meditazione sulle vicende umane, che secondo l’autore sarebbero assurde se non fossero guidate e illuminate dalla potenza di Dio.
Napoleone ha avuto tutto nella vita, come la gloria, grazie a Dio che lo ha aiutato. Quando è morto era da solo; l’unico che non lo ha abbandonato sul letto di morte è stato proprio Dio.
Il vero protagonista dell’ode non è, dunque, Napoleone , ma la Divina Provvidenza, che si è servita di lui per realizzare i suoi misteriosi progetti e alla fine lo ha salvato guidandolo verso la vita eterna. Con questo Manzoni vuole intendere che davanti alla morte siamo tutti uguali.
Manzoni nel Cinque Maggio riflette sulla vita di Napoleone , immagina i suoi ultimi giorni e ne trae un messaggio religioso valido per tutta l’umanità.